Vera Gheno

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Articoli ed interventi

Post su Facebook del 09.02.2022

In questo post, cerco di raccogliere fonti che possano servire per chi vuole saperne di più sulla questione schwa. La lista è in fieri; non comprende, per quanto possibile, contenuti di mero posizionamento.
Dato che molte persone chiedono informazioni specificamente sull’uso dello schwa, ecco il modo in cui lo impiego io (lista in fieri).
  • Sia io sia la casa editrice effequ usiamo solo un simbolo, “ə”. Non usiamo lo “schwa lungo” per il plurale, ossia il simbolo “ɜ”, per il cui uso rimando a https://italianoinclusivo.it/scrittura/. La mia (nostra) scelta di usare un solo simbolo nasce dall’idea che nella quasi totalità dei casi bastano gli accordi interni alla frase per far capire se si tratta di singolare o plurale: “lə bambinə si lava le mani”, “ə bambinə si lavano le mani”.
  • Articoli: singolare “lə”, plurale “ə”. Dunque, “lə bambinə” è singolare, “ə bambinə” è plurale.
  • Preposizioni articolate: nascono sempre dalla combinazione con i suddetti articoli. Quindi “dellə” singolare, “deə” plurale; “allə” singolare, “aə” plurale, “nellə” singolare, “neə” plurale e così via.
  • Pronomi: “ləi” (al posto di lui/lei). Non uso “loro” (che ricalca il “singular they” inglese) perché non lo trovo altrettanto pratico; questione di gusti.
  • Sostantivi: declino con lo schwa quelli che sarebbero di genere mobile, cioè con maschile e femminile differenti: “lə sindacə”, “lə maestrə”, “lə figliə”.
    • NON declino con lo schwa i termini che sono promiscui (la guardia, la vittima, il pedone, il genio, il personaggio) e quelli di genere fisso (madre, padre, fratello, sorella);
    • per quelli ambigeneri, uso lo schwa solo per l’articolo (“lə pediatra”, “lə presidente”) o al plurale, là dove le forme si differenziano (“ə atletə”, ma “ə giudici”).
    • nel caso dei termini in -tore/-trice, sono partita dal presupposto che esistono anche casi di sostantivi in -tore che al femminile fanno -tora. Di conseguenza, la soluzione più logica mi è parsa quella di aggiungere lo schwa in fondo al suffisso -tor-: lettorə, attorə, gestorə ecc.
  • Per casi specifici, parliamone: la “grammatica” di questo esperimento è in costruzione; ma in generale, la mia filosofia è di usare lo schwa solo quando davvero necessario, senza eccedere (spesso è possibile ricorrere a circonlocuzioni semanticamente neutre, come “la comunità studentesca” o “chi lavora in quest’azienda”).
  • Il solo capitolo “L’avventura dello schwa”, tratto da “Femminili Singolari plus”, è adesso disponibile in formato elettronico esclusivamente sul sito di effequ, idealmente per chiunque abbia già acquistato il volume del 2019 e sia interessato a questa giunta: https://www.effequ.it/ebook_saggipop/avventura_schwa/
  • Numero 48, 1/2022, di “DEP. Deportate, esuli, profughe”; numero miscellaneo dedicato al linguaggio inclusivo, anche qui con contributi di voci differenti, con posizioni differenti https://www.unive.it/pag/44259/
  • “Lo schwa tra fantasia e norma”: una delle prime cose che scrissi sull’argomento, per la rivista La Falla del centro LGBT+ Il Cassero di Bologna. Risale all’agosto 2020, e da allora ho decisamente corretto il tiro, avendo continuato a studiare. https://lafalla.cassero.it/lo-schwa-tra-fantasia-e-norma/
Buona lettura!